Borghi d'Italia

Andiamo alla scoperta dei borghi più belli d’Italia, fra palazzi medievali, tradizione enogastronomica e paesaggi incantati.


L’entroterra italiano offre scorci variegati e incantevoli. La nostra penisola è permeata di storia, tradizioni, arte e in ogni angolo si incontrano le vestigia di un grande passato che con delicatezza si propaga nel presente di cittadine lontane dal fragore urbano, cesellate da un’architettura d’eccezione e sprofondate in paesaggi vergini.
I borghi d’Italia sono tantissimi e stimare una reale classifica dei più belli risulta una vera e propria missione impossibile. Tuttavia, Italo ha scelto per voi tre mete imperdibili in cui passeggiare, perdersi, meravigliarsi e ritrovarsi, con leggerezza e assaporando il gusto della scoperta.

Arquà Petrarca (Padova, Veneto)

Le origini antichissime di questo borgo che conta appena 1.800 abitanti, situato nel cuore dei Colli Euganei, sono testimoniate dalla presenza del sito palafitticolo del Laghetto della Costa, dimora preistorica dell’età del bronzo. Questa affascinante cittadina, in cui il tempo sembra essersi fermato, venne scelta dal poeta Francesco Petrarca per trascorrere gli ultimi anni della sua vita (1369-1374).
Fra le attrattive principali del luogo, di fatti, spiccano proprio la tomba e la Casa di Petrarca. Fra gli altri monumenti che decorano il borgo, meritano una visita la Chiesa di Santa Maria Assunta, decorata da meravigliosi affreschi e l’Oratorio della Santissima Trinità e l’attigua Loggia dei Vicari. È doveroso citare anche la Fontana di Petrarca, dove che il grande autore del passato era solito approvvigionarsi d’acqua. Molti di questi luoghi sono legati alla permanenza del poeta ad Arquà Petrarca, ma non bisogna pensare che l’eredità del suo passaggio sia al cuore dell’attrattiva del paesino: per capirlo basta affacciarci da uno dei punti panoramici del centro, avventurarsi lungo i sentieri naturalistici, o assaporare i piatti tipici serviti nei ristorantini in pieno centro.
Arquà Petrarca

Pienza (Siena, Toscana)

Che la Val d’Orcia sia ricca di suggestioni e fascino non è una novità. La provincia di Siena, Toscana, custodisce gelosamente tante perle, quali Montalcino, Monticchiello, Bagno Vignoni, Castiglione e San Quirico d’Orcia. Tuttavia, oggi vi porteremo in esplorazione della Città Ideale, realizzata secondo i canoni urbanistici definiti in epoca rinascimentale: Pienza.

Il borgo conta attualmente poco più di 2.000 abitanti e trae il suo toponomastico da Papa Pio II il quale, durante una sua visita nel 1462, ebbe modo di constatare lo stato di degrado in cui versava la cittadina, all’epoca chiamata Corsignano. Incaricò, dunque, l’architetto Bernardo Borsellino affinché, attraverso un’importante opera di ristrutturazione, donasse alla città una nuova armonia. Da questo momento in poi, il borgo prese il nome di Pienza, in onore di Pio II.
Camminare per Pienza equivale a un tuffo nel Rinascimento: raccomandiamo in particolare di visitare il Duomo, il Palazzo Civico e il Palazzo Piccolomini, massima espressione della voglia di rinnovamento artistico e di razionalizzazione scientifica che animavano il XV secolo. Dai giardini pensili del Palazzo Piccolomini, i primi realizzati in epoca rinascimentale in Italia, si gode inoltre di una splendida vista della Val d’Orcia dominata dal Monte Amiata.
Da non mancare, una visita guidata presso i caseifici locali con annessa degustazione del prodotto tipico pientino, ovvero il tradizionale formaggio pecorino locale: il cacio.
Pienza

Civita di Bagnoregio (Lazio, Viterbo)

Dalla Città Ideale, passiamo alla Città che Muore. Civita di Bagnoregio conta una popolazione di poco più di una decina abitanti e deve il suo soprannome allo scrittore Bonaventura Tecchi, il quale trascorse qui la sua gioventù. Il borgo, arroccato su di una collina, è minacciato dalla costante erosione del terreno circostante, la quale dà origine al caratteristico fenomeno geologico dei calanchi (formazione di solchi profondi lungo i fianchi del rilievo). La fondazione di Civita risale all’incirca al 500 a.C. a opera degli Etruschi: già all’epoca la friabilità del terreno rappresentò un problema per i primi abitanti, i quali misero in atto una serie di misure volte a limitare gli smottamenti, in seguito portate avanti dai romani.
Attualmente l’unica via di accesso al borgo è un lungo ponte pedonale in cemento armato costruito nel 1965, il quale conduce fino alla Porta Santa Maria. Civita mozza il fiato già da lontano, quando -giunti nei pressi del ponte- la si osserva sovrastare la Valle dei Calanchi. Ancora prima di lanciarsi nell’esplorazione del paese, vale la pena soffermarsi a visitare la Grotta di San Bonaventura -ricavata da un’antica tomba a camera etrusca- nella quale, si narra, il religioso ancora bambino venne miracolosamente curato da San Francesco.
Raggiunto il centro del borgo si rimane incantati dal dedalo di vicoli avvinghiati lungo il colle intervallati dagli edifici di stampo spiccatamente medievale. Si consiglia di visitare i tre palazzi nobiliari dei Bocca, dei Colesanti e degli Alemanni, nonché il Museo Geologico e delle Frane, annesso a quest’ultimo. La Chiesa di San Donato, l’affaccio spettacolare dal Belvedere e la degustazione di prodotti tipici umbro-laziali completano la lista di cose da fare in questo luogo unico al mondo.
Civita di Bagnoreggio

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